Chiese della Maremma
Visualizzazioni totali
Translate
translator
Grosseto - il Duomo
Il Duomo di Grosseto dedicato a San Lorenzo viene costruito sui resti della Chiesa di Santa Maria dopo che il 9 aprile 1138 d.C., il vescovo Rolando, che appoggiava Innocenzo II nel periodo dello scisma anacletiano, ottiene dal papa l'autorizzazione a trasferire la sede della "Rosellana ecclesia" a Grosseto.
Durante l'arco del secolo XII, il ruolo di cattedrale nella città viene svolto dalla pieve di Santa Maria Assunta, posta grosso modo nella parte absidale dell'odierna costruzione, iniziata nel 1294 d.C., come si evince dalle lapidi della facciata e dell'interno, datate la prima 1294 d.C. e la seconda 1295 d.C..
Dopo gli interventi avviati nel 1338 d.C. al tempo della dominazione senese; nel 1402 d.C. viene elevato il campanile, restaurato e modificato nel 1911.
La facciata ha perso l'aspetto originario, venendo completamente rifatta tra il 1816 ed il 1855 ma, a testimonianza dell'aspetto originario della cattedrale, sono conservati frammenti dell'epoca, come, ad esempio, i simboli degli Evangelisti.
Tra il 1859 e il 1865 un altro massiccio intervento di restauro dava all'interno del duomo una veste "gotica" sino ad allora sconosciuta che determinava al contempo la scomparsa delle decorazioni originarie opera del senese Sozzo da Rustichino.
Da ammirare, tra l'altro, una "Fonte battesimale" e "l'altare della Madonna delle Grazie", opere entrambe di Antonio di Paolo Ghini realizzate fra il 1470 ed il 1474 d.C., la meravigliosa Madonna delle Grazie di Matteo di Giovanni, anch'essa del 1470 d.C. e quella fiancata destra del duomo che, con il suo portale incastonato da formelle a bassorilievo e con bifore e tabernacoli impiantati su pilastri, palesa con chiarezza riferimenti allo stile senese.
Grosseto - la Chiesa di San Francesco
Grosseto - la Chiesa di San Pietro

Grosseto - La Basilica del Sacro Cuore di Gesù

Grosseto - la Chiesa di San Giuseppe
Grosseto - la Chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo



La chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo è dedicata al fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza, san Giuseppe Benedetto Cottolengo. È ubicata nella parte orientale della città, in via Scansanese, non lontano da una delle anse del fiume Ombrone che più si avvicinano all'area urbana cittadina.
La chiesa fu costruita nel Dopoguerra, più precisamente a partire dal 1946, per servire la zona orientale della città che andava espandendosi.
I lavori andarono avanti per un lustro, alla cui conclusione avvenne la consacrazione nella primavera del 1951. L'edificio religioso iniziò subito a svolgere le funzioni di chiesa parrocchiale per gli abitanti della zona.
Nel corso degli anni 50 l'edificio religioso venne ulteriormente ornato, sia al suo interno che all'esterno; da allora, hanno trovato posto anche uno stendardo processionale attribuito a Ventura Salimbeni, oltre ad un dipinto proveniente dalla sconsacrata Chiesa dei Bigi, tuttora custoditi all'interno della chiesa.
La chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo si presenta in stile neoromanico.
Le pareti esterne e parte di quelle interne sono rivestite in laterizio. La facciata è preceduta da un pronao con copertura a volta, che si articola su tre oridini con arcate a tutto sesto: vi si giunge salendo una gradinata. La parte inferiore della facciata propriamente detta (delimitata dal pronao) presenta, al centro, il portale d'ingresso con arco a tutto sesto, affiancato lateralmente da due nicchie, in ciascuna delle quali è collocata una statua. Nella parte superiore della facciata si apre, al centro, un rosone di forma circolare che contribuisce ad illuminare l'interno della chiesa.
Alla sinistra dell'edificio religioso si eleva il campanile a cinque ordini, con i quattro inferiori caratterizzati dalla presenza di una monofora a tutto sesto e quello superiore da una bifora corrispondente alla cella campanaria; la cuspide sommitale è di forma piramidale a sezione esagonale.
L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate delimitate da colonne con capitello su cui poggiano le arcate a tutto sesto rivestite in laterizio. Molto caratteristico è l'abside semicircolare con decorazione a mosaico risalente alla fine degli anni 50. Oltre al dipinto e allo stendardo processionale sopra citati, spiccano l'organo e il Crocifisso ligneo.
Grosseto - la Chiesa della Medaglia Miracolosa
La chiesa della Medaglia Miracolosa é ubicazione fuori della mura cittadine, a nord di Porta Nuova: la facciata guarda su via Roma.
La chiesa fu costruita agli inizi del Novecento, su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli, divenendo il luogo di culto di riferimento per gli abitanti della corrispondente area semicentrale cittadina che andava sviluppandosi proprio in quel periodo.
Nel 1937 fu donata la campana, tuttora funzionante, come indicato da una lapide alla base del campanile.
Negli anni 50, con la costruzione della più grande Basilica del Sacro Cuore, l'edificio religioso fu subordinato alla parrocchia che ebbe sede nella nuova e più grande chiesa di via della Pace.
La chiesa della Medaglia Miracolosa si presenta ad aula unica in stile neoromanico, con abside semicircolare e campanile che si eleva sulla parte posteriore sinistra: la torre campanaria presenta nella parte sommitale quattro bifore, che si aprono una per lato all'altezza della cella campanaria.
Le strutture murarie, sia della chiesa che del campanile, si caratterizzano per un particolare effetto bicromatico conferito da una regolare alternanza di travertino e mattoni, disposti in successioni che interessano senza soluzione di continuità l'intero impianto murario esterno.
La facciata a capanna si caratterizza per il portale d'ingresso architravato, preceduto da tre gradini e sormontato da una lunetta, chiusa alla sommità da un arco a tutto sesto, al cui interno è scolpita una scultura. Nella parte superiore della facciata si apre al centro un piccolo rosone di forma circolare. Ciascuna delle due pareti laterali si caratterizza per la presenza di quattro monofore a tutto sesto, intervallate nella parte centrale da un rosone circolare che si apre nella parte superiore, alla stessa altezza di quello della facciata.
L'interno è a navata unica, con pareti intonacate.
Marina di Grosseto - la Chiesa di San Rocco
Alberese - la Chiesa di Santa Maria
Batignano - la Pieve di San Martino
La Pieve di San Martino sorse nel corso del XII secolo e fu costruita con materiali di recupero di epoca romana e altomedievale provenienti da edifici della vicina città di Roselle.
Nel corso dei secoli successivi, l'edificio religioso ha subito varie ristrutturazioni, tra cui è da segnalare un intervento in epoca rinascimentale che ne ha modificato la pianta.
Infine, nell'Ottocento furono effettuati restauri all'interno, con l'eliminazione di alcuni altari che erano stati aggiunti in epoca barocca; tra il 1960 e il 1966 furono eseguiti altri interventi con l'eliminazione di alcuni intonaci per far riemergere tracce di affreschi tardomedievali e rinascimentali.
La Pieve di San Martino a Batignano, originariamente a navata unica, si presenta adesso con un impianto a croce greca dovuto alla ristrutturazione avvenuta in epoca rinascimentale. La facciata è rivestita da un intonaco che nasconde l'originario tessuto murario; sopra il portale centrale si apre un oculo.
Un'altra porta d'ingresso si trova su un fianco laterale, preceduta da una breve scalinata, ed è sormontata da un architrave in travertino dove poggia un arco a sesto acuto in conci di pietra. Questa è la parte più antica dell'edificio, corrispondente all'interno alla Cappella della Madonna delle Grazie dove si trova un altare barocco, nella nicchia è collocata un'immagine della Vergine.
L'interno, illuminato da 4 monofore, si presenta con la navata suddivisa in 4 campate e due cappelle laterali (una delle quali la già citata della Madonna delle Grazie) ricavate nei due bracci della croce greca. Sulle pareti emergono tracce di alcuni affreschi di scuola senese, risalenti alla fine del Trecento e all'epoca quattrocentesca.
Il monumentale battistero marmoreo fu realizzato nel periodo rinascimentale, con l'aggiunta successiva della cupola a base esagonale.
La statua lignea di San Michele Arcangelo è un'opera di scuola senese del Seicento, originariamente collocata nel perduto oratorio di Batignano dedicato al santo.
Nella chiesa sono conservate anche le reliquie del Beato Giovanni, uno dei fondatori del vicino Convento di Santa Croce, ivi trasferite a seguito della soppressione napoleonica del vicino convento.
Infine, sono da segnalare anche una serie di opere d'arte di epoca moderna, tra cui spiccano alcune opere ottocentesche, una statua di San Martino vescovo, collocata nei pressi del fonte battesimale, e due tele raffiguranti San Giuseppe e l'Immacolata Concezione.
Istia d'Ombrone - la Chiesa di San Salvatore





La Chiesa di San Salvatore si trova nel centro storico della località di Istia d'Ombrone.
La chiesa fu costruita nel corso del XII secolo ma, nelle epoche successive, ha subito una serie di interventi di ristrutturazione. Tra questi, sono da segnalare i restauri avvenuti in più riprese tra la fine del Trecento e il Quattrocento, che hanno conferito in larga parte l'aspetto attuale all'edificio religioso.
Infine, nella prima metà del secolo scorso, venne completamente rifatta la facciata in stile neoromanico.
La Chiesa di San Salvatore a Istia d'Ombrone si caratterizza per le strutture murarie completamente rivestite in laterizio; il campanile a torre, con base a scarpa, è situato all'estremità posteriore sinistra e si presenta interamente intonacato.
La facciata si presenta a capanna, il portale centrale, preceduto da una coppia di gradini, è munito di architrave in travertino e sormontato da un arco a tutto sesto poggiante su una cordonatura che attraversa trasversalmente l'intera parete; sopra di esso, si apre un oculo. Da ciascuna delle due sommità laterali della facciata si eleva un pinnacolo poggiante su un contrafforte angolare. Nella parte bassa a sinistra, è inserito uno stemma gentilizio.
L'interno, a navata unica, è illuminato da 4 monofore con arco a tutto sesto e custodisce alcune pregevoli opere d'arte.
Tra esse, spiccano una statua lignea in noce di inizio Quattrocento di Domenico di Niccolò raffigurante la Madonna in trono col Bambino, una tavola rinascimentale di Giovanni di Paolo raffigurante la Madonna col Bambino, una tavola del 1528 di Vincenzo Tamagni raffigurante l'Incontro di Sant'Anna e San Gioacchino alla Porta Aurea.
Tra le altre opere, sono da segnalare un frammento di affresco tardomedievale, un capitello coevo riutilizzato come acquasantiera, una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e santi e un Crocifisso ligneo del Settecento dietro l'altare maggiore.
Montepescali - la Chiesa di San Niccolò


La Chiesa di San Niccolo' si trova nella parte alta del borgo di Montepescali.
A pianta rettangolare con copertura a capanna, la chiesa ha struttura portante in muratura in pietra,con una facciata irregolare aMassa Marittima - il Duomo

Il Duomo di Massa Marittima, dedicato a San Cerbone, viene edificato tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo, sul luogo in cui insisteva una chiesa più antica. La facciata si sviluppa su tre ordini sovrapposti: l'ordine inferiore è animato da sette arcature cieche decorate da oculi e da losanghe.
Nell'ordine mediano cinque arcate cieche si dispongono a formare un finto loggiato: le sottili colonne centrali, situate davanti ad un rosone costruito successivamente, si appoggiano su sculture rappresentanti i Simboli degli Evangelisti.
Il timpano di facciata è anch'esso decorato da una loggia costituita da dieci arcate digradanti, sostenute da colonne poggianti su sculture antropomorfe e zoomorfe; le tre guglie così come la quadrifora ogivale posta dietro alla loggia sono frutto di un intervento posteriore. Nell'architrave del portale d'ingresso, scolpiti a rilievo, si conservano cinque Episodi della vita di San Cerbone.
I fianchi dell'edificio riprendono in parte la decorazione della facciata: divisi su due livelli corrispondenti alle pareti delle navate laterali (quello più basso) e della navata centrale (quello più alto) ripropongono rispettivamente le arcate cieche e una decorazione bicroma a filari di pietre bianche e verdi ritmata da archetti pensili e colonnine.
Il campanile quadrangolare è stato in buona parte ricostruito negli anni venti del XX secolo.
L'interno dell'edificio è suddiviso in tre navate sorrette da colonne con capitelli intagliati ornati da elementi vegetali o animali. Il rosone di facciata ospita una vetrata policroma datata alla metà del XIV secolo e raffigurante San Cerbone davanti al papa Vigilio.
Numerose opere d'arte sono conservate all'interno del Duomo di Massa Marittima. Tra queste, il fonte battesimale, situato all'inizio della navata destra, eseguito in un unico blocco di travertino nel 1267 da Giroldo da Como e decorato da rilievi con Storie del Battista.
Nel centro della vasca si eleva un tabernacolo marmoreo con piccole figure scolpite di Patriarchi e Profeti del 1447. Dietro all'altare maggiore del Duomo si conserva il monumento marmoreo dedicato al santo titolare della chiesa, l'Arca di San Cerbone.
La pregevole opera, firmata e datata 1324 dallo scultore senese Goro di Gregorio, è costituita da un'urna di marmo, decorata sui quattro lati da otto scene ad altorilievo raffiguranti la Leggenda di San Cerbone, e chiusa da un coperchio a quattro spioventi con medaglioni scolpiti.
Infine, la cappella dedicata alla Vergine (alla sinistra del presbiterio) ospita attualmente al suo interno l'opera di maggior pregio di tutto l'edificio, la frammentaria Maestà dipinta su tavola intorno al 1316 dal celebre pittore senese Duccio di Buoninsegna e dalla sua bottega, in origine destinata all'altare maggiore del Duomo, raffigurante sul recto la Madonna col Bambino (la cosiddetta Madonna delle Grazie) e sul verso le Storie della Passione di Cristo.
Massa Marittima - la Chiesa di Sant'Agostino
Prata - La Chiesa di Santa Maria Assunta




Monterotondo Marittimo - la Chiesa di San Lorenzo
Montieri - la Chiesa dei Santi Paolo e Michele
Montieri - la Chiesa di San Giacomo Apostolo
sorse nel XIII secolo, ed è composta da un'ampia navata tardoromanica conclusa da una parete rettilinea nella quale è ricavata una piccola abside semicircolare.
La semplice volumetria dell'edificio è arricchita esternamente dalle tre monofore romaniche che si aprono nel muro terminale e, nella facciata, da un portale con arco a tutto sesto.
Internamente lo spazio, estremamente spoglio, è scandito da tre arcate trasversali aggiunte probabilmente nel Seicento. Le acuqasantiere sono state ricavate dai capitelli romanici dell'ex pieve di San Paolo.
Addossato alla chiesa, sul lato sinistro, è un piccolo ambiente, comunicante con l'edificio sacro per mezzo di un cunicolo, ove visse nella seconda metà del Duecento il beato Giacomo Papocchi.
Boccheggiano - La Chiesa di San Sebastiano
La chiesa di San Sebastiano risale al Trecento, e la tradizione vuole che essa fosse realizzata per volere dei Salimbeni.
La facciata a capanna conserva lo stemma dei Salimbeni, scolpito sul portale in travertino, e presenta anche una finestra dall'incorniciatura in pietra. All'interno, sulla destra, si trova un bassorilievo con la Lupa senese, e nella parete di fondo l'altare maggiore con la statua marmorea, pienamente barocca, di San Sebastiano, opera dello scultore fiorentino Bartolomeo Cennini, che mostra qui la sua ispirazione a modelli berniniani (1650). La statua fu commissionata dall'antiquario e numismatico locale Leonardo Agostini.
Un restauro recente ha interessato l'intero edificio.
Gerfalco - la Chiesa di Sant'Agostino





La chiesa di Sant'Agostino è un edificio sacro di costruzione a conci di pietra non intonacati, risale al XIV secolo, e conserva ancora le vestigia dell'antico convento dell'ordine mendicante degli Agostiniani.
L'interno, assolutamente spoglio, è a copertura a vista, sostenuta, com'è consueto in queste zone, da due arconi ogivali.



