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Grosseto - il Duomo
Il Duomo di Grosseto dedicato a San Lorenzo viene costruito sui resti della Chiesa di Santa Maria dopo che il 9 aprile 1138 d.C., il vescovo Rolando, che appoggiava Innocenzo II nel periodo dello scisma anacletiano, ottiene dal papa l'autorizzazione a trasferire la sede della "Rosellana ecclesia" a Grosseto.
Durante l'arco del secolo XII, il ruolo di cattedrale nella città viene svolto dalla pieve di Santa Maria Assunta, posta grosso modo nella parte absidale dell'odierna costruzione, iniziata nel 1294 d.C., come si evince dalle lapidi della facciata e dell'interno, datate la prima 1294 d.C. e la seconda 1295 d.C..
Dopo gli interventi avviati nel 1338 d.C. al tempo della dominazione senese; nel 1402 d.C. viene elevato il campanile, restaurato e modificato nel 1911.
La facciata ha perso l'aspetto originario, venendo completamente rifatta tra il 1816 ed il 1855 ma, a testimonianza dell'aspetto originario della cattedrale, sono conservati frammenti dell'epoca, come, ad esempio, i simboli degli Evangelisti.
Tra il 1859 e il 1865 un altro massiccio intervento di restauro dava all'interno del duomo una veste "gotica" sino ad allora sconosciuta che determinava al contempo la scomparsa delle decorazioni originarie opera del senese Sozzo da Rustichino.
Da ammirare, tra l'altro, una "Fonte battesimale" e "l'altare della Madonna delle Grazie", opere entrambe di Antonio di Paolo Ghini realizzate fra il 1470 ed il 1474 d.C., la meravigliosa Madonna delle Grazie di Matteo di Giovanni, anch'essa del 1470 d.C. e quella fiancata destra del duomo che, con il suo portale incastonato da formelle a bassorilievo e con bifore e tabernacoli impiantati su pilastri, palesa con chiarezza riferimenti allo stile senese.
Grosseto - la Chiesa di San Francesco
La Chiesa di San Francesco, situata nell'omonima piazza, è una delle principali chiese di Grosseto.
Originariamente dedicata a San Fortunato, nel corso del Duecento, venne ceduta assieme al chiostro attiguo dai Benedettini ai Francescani.
Proprio in questi anni sembra sia entrato nell'Ordine dei frati minori lo zoccolante Andrea Bento, che alcuni studiosi riconducono a quell'Andrea da Grosseto letterato considerato il primo scrittore in lingua italiana.
Nelle epoche successive il complesso ha subito vari restaurati; il campanile che si innalza sulla parte posteriore destra della chiesa venne distrutto da un fulmine e ricostruito nella prima metà del secolo scorso dall'architetto Lorenzo Porciatti.
La chiesa presenta una facciata semplice con il portale caratterizzato da una lunetta con affresco, a sua volta sovrastata e protetta da un tabernacolo ligneo, sopra il quale si trova un rosone.
L'interno, a navata unica, custodisce varie opere d'arte tra le quali spiccano il celebre Crocifisso ligneo dipinto da Duccio di Boninsegna verso la fine del Duecento. Nella chiesa sono conservati anche vari affreschi e decorazioni.
La cappella di destra, dedicata a Sant'Antonio, venne aggiunta nel corso del Seicento e decorata con pregevoli affreschi dai pittori Antonio e Francesco Nasini.
In questa chiesa si sono sposati Adriano Celentano e Claudia Mori, celebrò la messa all'alba (per sfuggire ai fotografi) il frate Ugolino amico della coppia e per molti anni parroco di San Francesco a Grosseto.
Il chiostro del convento si sviluppa a lato del fianco sinistro della chiesa ed è caratterizzato da un portico sorretto da colonne ottagonali; il chiostro dà accesso alla sacrestia, alla chiesa e ai locali del convento. Al centro del chiostro sorge il cinquecentesco Pozzo della Bufala, fiancheggiato da due colonne in travertino sulle quali poggia un pregevole coronamento: sotto di esso si trova la cisterna per la raccolta di acqua piovana.
Sulla piazza di fronte al fianco destro della chiesa e al campanile si trova un altro pozzo che raccoglieva l'acqua piovana nella cisterna sottostante per distribuirla alle varie abitazioni della zona.
Grosseto - la Chiesa di San Pietro
La Chiesa di San Pietro si trova lungo Corso Carducci, la principale via del centro storico cittadino, nei pressi del crocevia che conduce verso le vicine chiese dei Bigi e di San Francesco.
La Chiesa di San Pietro fu edificata in epoca altomedievale come chiesa stazionale plebana lungo il tratto della Via Aurelia. L'antica via consolare romana attraversava, infatti, il centro cittadino, seguendo l'attuale percorso di Corso Carducci, che congiunge Piazza Dante a Porta Nuova.
La posizione della chiesa era all'estremità settentrionale del centro storico medievale e si trovava sullo stesso asse, alla cui estremità opposta meridionale sorgeva la perduta chiesa di San Giorgio. Inoltre, la distanza tra queste due chiese lungo la direttrice nord-sud era identica a quella che intercorreva tra la chiesa di San Michele e la chiesa di Santa Lucia, entrambe scomparse, lungo l'asse ovest-est.
Nel corso dei secoli la chiesa ha subito vari interventi di ristrutturazione che hanno in gran parte modificato l'aspetto originario; il campanile retrostante è stato costruito in epoca seicentesca, al posto di una preesistente torre campanaria o a completamento di un'opera rimasta incompiuta nel tempo.
L'aspetto attuale dell'edificio religioso è dovuto principalmente ai restauri effettuati nel corso del Settecento e durante il secolo successivo.
La Chiesa di San Pietro si caratterizza per l'abside in stile romanico dalla caratteristica forma semicircolare; le pareti esterne si presentano in pietra, ove sono ben visibili alcuni blocchi in travertino che spezzano a tratti il rivestimento primario. Il campanile seicentesco in laterizio si innalza a destra dell'area absidale, poggiando su un basamento in pietra di probabile epoca medievale; alla sommità della torre campanaria si eleva una piccola cupola.
Il fianchi laterali dell'edificio religioso sono occultati da una serie di palazzi e fabbricati che hanno quasi completamente inglobato l'antica chiesa.
La facciata presenta il portale preceduto da una coppia di scalini e affiancato da due lesene, culminanti entrambe con un capitello sommitale.
Sopra il portale, la facciata si presenta interamente intonacata e, nella parte centrale, si apre una bifora, spartita da una colonnina centrale provvista di pregevole capitello; in alto, un'ulteriore piccola apertura circolare precede l'arco a tutto sesto.
La parte sommitale della facciata è coronata da una serie di piccoli archi ciechi, che poggiano su mensole leggermente sporgenti verso l'esterno.
Di fianco alle lesene che delimitano il portale, sono presenti sulla facciata 4 bassorilievi (2 per ogni lato), databili tra il periodo bizantino e l'epoca altomedievale. Un bassorilievo raffigura elementi vegetali, su un altro è scolpita una figura umana, mentre gli altri due si caratterizzano per una serie di animali.
L'interno della chiesa si presenta a navata unica, con gli originari elementi stilistici romanici oramai perduti, a seguito di vari interventi di ristrutturazione che si sono susseguiti nel corso dei secoli e recentemente.
Grosseto - La Basilica del Sacro Cuore di Gesù
La Basilica del Sacro Cuore di Gesù è ubicata nella zona semicentrale nord-orientale della città, lungo via della Pace.
La chiesa fu costruita negli anni cinquanta del secolo scorso, più precisamente tra il 1954 e il 1958, dall'Impresa Egisti su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli.
La consacrazione avvenne il 26 aprile 1958, nel quindicesimo anniversario del bombardamento aereo subito dalla città di Grosseto, nel più triste lunedì dell'Angelo della sua storia. L'edificio religioso, elevato subito a basilica, fu costruito a perenne ricordo dei caduti in quel sanguinoso evento bellico, a cui è stata dedicata una delle due cripte.
La Basilica del Sacro Cuore di Gesù si presenta come un imponente edificio religioso in stile moderno-funzionale.
La facciata, preceduta da una gradinata, è interamente rivestita in travertino e si caratterizza per il pronao a tre ordini chiusi in alto da altrettanti archi a tutto sesto, sovrastati a loro volta da quattro statue in bronzo (una per ogni pilastro), realizzate dallo scultore Tolomeo Faccendi. Nella parte superiore della facciata si aprono tre pentafore a tutto sesto, disposte l'una sopra l'altra.
Le pareti esterne delle fiancate laterali e della parte posteriore si presentano rivestite in mattoni, mentre il travertino riveste i pilastri e il coronamento sommitale.
Sul fianco destro si eleva il campanile di forma ottagonale (altezza 75 metri), prevalentemente rivestito in mattoni che lasciano spazio, nella parte sommitale, ad un coronamento in travertino in cui si aprono otto monofore a tutto sesto (una per lato) attorno alla cella campanaria. La parte apicale della torre campanaria, a forma piramidale, è ricoperta in rame ed è ben visibile anche a distanza dall'esterno della città (punto più alto della città). Altro elemento che caratterizza l'edificio religioso è la cupola poligonale (altezza 55 metri), rivestita anch'essa in rame, presenta il ballatoio esterno ed una pregevole lanterna sovrastata da una statua dorata di Gesù a braccia aperte che simboleggia il Sacro Cuore.
L'interno si presenta a navata unica, molto ampia, con tre absidi semicircolari e due cripte, una delle quali è dedicata ai caduti durante il bombardamento del 26 aprile 1943. L'elemento caratterizzante dell'interno è il marmo con cui sono stati realizzati il pavimento, gli altari e le acquasantiere.
Grosseto - la Chiesa di San Giuseppe
La chiesa di San Giuseppe è ubicata nella zona occidentale della città, lungo via Nazario Sauro, nella circoscrizione di Barbanella.
La chiesa fu costruita negli anni trenta del secolo scorso, più precisimante a partire dal 1935, su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli. I lavori si protrassero per un lustro, concludendosi all'inizio del 1940, anno in cui vi fu anche la consacrazione del luogo di culto.
La chiesa divenne sede parrocchiale, per far fronte alle esigenze degli abitanti residenti nella parte occidentale della città, al di là della ferrovia Pisa-Livorno-Roma, che proprio in quei decenni conobbe una notevole espansione verso quella corrispondente area periferica.
La chiesa di San Giuseppe si presenta in stile neoromanico.
La facciata è ripartita in tre ordini, corrispondenti alle tre navate interne, in ciascuno dei quali si apre un portale d'ingresso architravato, con lunetta decorata chiusa in alto da un arco a tutto sesto, L'ordine centrale della facciata, di altezza più elevata rispetto a quelli laterali, presenta nella parte superiore un rosone circolare, sopra il quale si sviluppa il coronamento sommitale.
Sui fianchi esterni corrispondenti alle due navate laterali si aprono una serie di rosoni circolari, simili a quello della facciata centrale; una serie di bifore con colonnine ed archetti a tutto sesto caratterizzano le parti esterne di altezza superiore, che contribuiscono ad illuminare, dall'alto, la navata centrale.
Sul lato destro dell'edificio religioso si eleva il campanile, suddiviso in cinque ordini, ognuno dei quali presenta aperture proporzionali al piano, con colonnine ed archetti a tutto sesto; sulla parte sommitale che contiene la cella campanaria è presente una pentafora. La parte apicale è chiusa da un tetto a quattro spioventi di modesta inclinazione.
L'interno è suddiviso in tre navate, separate da colonne in trachite e marmo rosso, con pregevoli capitelli decorativi che danno l'appoggio alle arcate a tutto sesto. Di ottima fattura risultano le vetrate decorative che ornano le varie finestre, ben integrate nell'impianto neoromanico. Ciascuna navata termina con un abside semicircolare.
Grosseto - la Chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo
La chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo è dedicata al fondatore della Piccola Casa della Divina Provvidenza, san Giuseppe Benedetto Cottolengo. È ubicata nella parte orientale della città, in via Scansanese, non lontano da una delle anse del fiume Ombrone che più si avvicinano all'area urbana cittadina.
La chiesa fu costruita nel Dopoguerra, più precisamente a partire dal 1946, per servire la zona orientale della città che andava espandendosi.
I lavori andarono avanti per un lustro, alla cui conclusione avvenne la consacrazione nella primavera del 1951. L'edificio religioso iniziò subito a svolgere le funzioni di chiesa parrocchiale per gli abitanti della zona.
Nel corso degli anni 50 l'edificio religioso venne ulteriormente ornato, sia al suo interno che all'esterno; da allora, hanno trovato posto anche uno stendardo processionale attribuito a Ventura Salimbeni, oltre ad un dipinto proveniente dalla sconsacrata Chiesa dei Bigi, tuttora custoditi all'interno della chiesa.
La chiesa di San Giuseppe Benedetto Cottolengo si presenta in stile neoromanico.
Le pareti esterne e parte di quelle interne sono rivestite in laterizio. La facciata è preceduta da un pronao con copertura a volta, che si articola su tre oridini con arcate a tutto sesto: vi si giunge salendo una gradinata. La parte inferiore della facciata propriamente detta (delimitata dal pronao) presenta, al centro, il portale d'ingresso con arco a tutto sesto, affiancato lateralmente da due nicchie, in ciascuna delle quali è collocata una statua. Nella parte superiore della facciata si apre, al centro, un rosone di forma circolare che contribuisce ad illuminare l'interno della chiesa.
Alla sinistra dell'edificio religioso si eleva il campanile a cinque ordini, con i quattro inferiori caratterizzati dalla presenza di una monofora a tutto sesto e quello superiore da una bifora corrispondente alla cella campanaria; la cuspide sommitale è di forma piramidale a sezione esagonale.
L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate delimitate da colonne con capitello su cui poggiano le arcate a tutto sesto rivestite in laterizio. Molto caratteristico è l'abside semicircolare con decorazione a mosaico risalente alla fine degli anni 50. Oltre al dipinto e allo stendardo processionale sopra citati, spiccano l'organo e il Crocifisso ligneo.
Grosseto - la Chiesa della Medaglia Miracolosa
La chiesa della Medaglia Miracolosa é ubicazione fuori della mura cittadine, a nord di Porta Nuova: la facciata guarda su via Roma.
La chiesa fu costruita agli inizi del Novecento, su progetto dell'ingegner Ernesto Ganelli, divenendo il luogo di culto di riferimento per gli abitanti della corrispondente area semicentrale cittadina che andava sviluppandosi proprio in quel periodo.
Nel 1937 fu donata la campana, tuttora funzionante, come indicato da una lapide alla base del campanile.
Negli anni 50, con la costruzione della più grande Basilica del Sacro Cuore, l'edificio religioso fu subordinato alla parrocchia che ebbe sede nella nuova e più grande chiesa di via della Pace.
La chiesa della Medaglia Miracolosa si presenta ad aula unica in stile neoromanico, con abside semicircolare e campanile che si eleva sulla parte posteriore sinistra: la torre campanaria presenta nella parte sommitale quattro bifore, che si aprono una per lato all'altezza della cella campanaria.
Le strutture murarie, sia della chiesa che del campanile, si caratterizzano per un particolare effetto bicromatico conferito da una regolare alternanza di travertino e mattoni, disposti in successioni che interessano senza soluzione di continuità l'intero impianto murario esterno.
La facciata a capanna si caratterizza per il portale d'ingresso architravato, preceduto da tre gradini e sormontato da una lunetta, chiusa alla sommità da un arco a tutto sesto, al cui interno è scolpita una scultura. Nella parte superiore della facciata si apre al centro un piccolo rosone di forma circolare. Ciascuna delle due pareti laterali si caratterizza per la presenza di quattro monofore a tutto sesto, intervallate nella parte centrale da un rosone circolare che si apre nella parte superiore, alla stessa altezza di quello della facciata.
L'interno è a navata unica, con pareti intonacate.
Marina di Grosseto - la Chiesa di San Rocco
La chiesa di San Rocco è la chiesa parrocchiale di Marina di Grosseto.La chiesa fu edificata nel 1923 ed inizialmente dedicata a Santa Maria della Vittoria.
Originariamente, si presentava nel tipico stile neoromanico, con breve gradinata che conduceva al portale d'ingresso che si apriva nella parte centrale della facciata, sul cui architrave trovava appoggio un arco a tutto sesto, sopra il quale erano collocati tre stemmi, l'uno accanto all'altro. L'edificio si presentava a navata unica, con due cuspidi di piccole dimensioni collocate ai lati della parte apicale della facciata; priva di campanile, si caratterizzava per strutture murarie esterne rivestite in laterizio.
La costituzione della parrocchia avvenne nell'immediato Dopoguerra e, subito dopo, fu incaricato l'ingegner Ernesto Ganelli di progettare la nuova e più ampia chiesa, i cui lavori ebbero termine nel 1954 (stesso anno della consacrazione). Il nuovo edificio religioso venne costruito modificando radicalmente quelli che erano gli elementi stilistici che caratterizzavano il luogo di culto originario.
La Chiesa di San Rocco si affaccia sull'omonima piazza di Marina di Grosseto, dalla quale vi si può accedere dopo aver salito una gradinata in travertino che conduce al portico, delimitato dal pronao, chiuso da un arco tondo situato quasi alla sommità. Dal portico, è possibile accedere all'interno della chiesa da uno dei tre portali che vi si aprono.
Le strutture murarie esterne si presentano rivestite in laterizio e, sui fianchi laterali, si aprono una serie di monofore che consentono l'illuminazione naturale dell'interno. Sul lato posteriore destro si eleva il campanile a più ordini, con un vistoso orologio collocato sotto l'apertura che delimita la cella campanaria.
L'interno è suddiviso in tre navate, di cui la centrale risulta sia più ampia che elevata rispetto a quelle laterali. Esse sono delimitate da colonne su cui poggiano gli archi a tutto sesto. I mosaici furono realizzati nel 1958 dall'artista Luciano Favret, mentre i più recenti affreschi risalenti agli anni settanta sono di Arnaldo Mazzanti.
Marina di
Alberese - la Chiesa di Santa Maria
La chiesa di Santa Maria è la chiesa parrocchiale di Alberese.
L'edificio religioso fu costruito negli anni '30 del secolo scorso su progetto dell'ingegner Enzo Fedi; i lavori terminarono nel 1936, anno in cui il luogo di culto venne solennemente consacrato.
La chiesa fu costruita per svolgere le funzioni parrocchiali della frazione di Alberese che, in quegli anni, si stava espandendo grazie alla riforma agraria e all'arrivo di numerosi immigrati dal Veneto e dall'Italia nord-orientale, ai quali erano stati assegnati i vari poderi definitivamente recuperati con la conclusione dei lavori di bonifica degli anni '20. La vicina Chiesa di Sant'Antonio Abate era infatti divenuta insufficiente per svolgere le funzioni di parrocchia in un contesto che vedeva un progressivo aumento di popolazione.
Il progetto dell'ingegner Fedi si ispirò a quelli che erano gli elementi stilistici e decorativi che contraddistinguevano originariamente la vicina Abbazia di San Rabano prima del suo abbandono.
Batignano - la Pieve di San Martino
La Pieve di San Martino sorse nel corso del XII secolo e fu costruita con materiali di recupero di epoca romana e altomedievale provenienti da edifici della vicina città di Roselle.
Nel corso dei secoli successivi, l'edificio religioso ha subito varie ristrutturazioni, tra cui è da segnalare un intervento in epoca rinascimentale che ne ha modificato la pianta.
Infine, nell'Ottocento furono effettuati restauri all'interno, con l'eliminazione di alcuni altari che erano stati aggiunti in epoca barocca; tra il 1960 e il 1966 furono eseguiti altri interventi con l'eliminazione di alcuni intonaci per far riemergere tracce di affreschi tardomedievali e rinascimentali.
La Pieve di San Martino a Batignano, originariamente a navata unica, si presenta adesso con un impianto a croce greca dovuto alla ristrutturazione avvenuta in epoca rinascimentale. La facciata è rivestita da un intonaco che nasconde l'originario tessuto murario; sopra il portale centrale si apre un oculo.
Un'altra porta d'ingresso si trova su un fianco laterale, preceduta da una breve scalinata, ed è sormontata da un architrave in travertino dove poggia un arco a sesto acuto in conci di pietra. Questa è la parte più antica dell'edificio, corrispondente all'interno alla Cappella della Madonna delle Grazie dove si trova un altare barocco, nella nicchia è collocata un'immagine della Vergine.
L'interno, illuminato da 4 monofore, si presenta con la navata suddivisa in 4 campate e due cappelle laterali (una delle quali la già citata della Madonna delle Grazie) ricavate nei due bracci della croce greca. Sulle pareti emergono tracce di alcuni affreschi di scuola senese, risalenti alla fine del Trecento e all'epoca quattrocentesca.
Il monumentale battistero marmoreo fu realizzato nel periodo rinascimentale, con l'aggiunta successiva della cupola a base esagonale.
La statua lignea di San Michele Arcangelo è un'opera di scuola senese del Seicento, originariamente collocata nel perduto oratorio di Batignano dedicato al santo.
Nella chiesa sono conservate anche le reliquie del Beato Giovanni, uno dei fondatori del vicino Convento di Santa Croce, ivi trasferite a seguito della soppressione napoleonica del vicino convento.
Infine, sono da segnalare anche una serie di opere d'arte di epoca moderna, tra cui spiccano alcune opere ottocentesche, una statua di San Martino vescovo, collocata nei pressi del fonte battesimale, e due tele raffiguranti San Giuseppe e l'Immacolata Concezione.
Istia d'Ombrone - la Chiesa di San Salvatore
La Chiesa di San Salvatore si trova nel centro storico della località di Istia d'Ombrone.
La chiesa fu costruita nel corso del XII secolo ma, nelle epoche successive, ha subito una serie di interventi di ristrutturazione. Tra questi, sono da segnalare i restauri avvenuti in più riprese tra la fine del Trecento e il Quattrocento, che hanno conferito in larga parte l'aspetto attuale all'edificio religioso.
Infine, nella prima metà del secolo scorso, venne completamente rifatta la facciata in stile neoromanico.
La Chiesa di San Salvatore a Istia d'Ombrone si caratterizza per le strutture murarie completamente rivestite in laterizio; il campanile a torre, con base a scarpa, è situato all'estremità posteriore sinistra e si presenta interamente intonacato.
La facciata si presenta a capanna, il portale centrale, preceduto da una coppia di gradini, è munito di architrave in travertino e sormontato da un arco a tutto sesto poggiante su una cordonatura che attraversa trasversalmente l'intera parete; sopra di esso, si apre un oculo. Da ciascuna delle due sommità laterali della facciata si eleva un pinnacolo poggiante su un contrafforte angolare. Nella parte bassa a sinistra, è inserito uno stemma gentilizio.
L'interno, a navata unica, è illuminato da 4 monofore con arco a tutto sesto e custodisce alcune pregevoli opere d'arte.
Tra esse, spiccano una statua lignea in noce di inizio Quattrocento di Domenico di Niccolò raffigurante la Madonna in trono col Bambino, una tavola rinascimentale di Giovanni di Paolo raffigurante la Madonna col Bambino, una tavola del 1528 di Vincenzo Tamagni raffigurante l'Incontro di Sant'Anna e San Gioacchino alla Porta Aurea.
Tra le altre opere, sono da segnalare un frammento di affresco tardomedievale, un capitello coevo riutilizzato come acquasantiera, una tela seicentesca raffigurante la Madonna col Bambino e santi e un Crocifisso ligneo del Settecento dietro l'altare maggiore.
Montepescali - la Chiesa di San Niccolò
La Chiesa di San Niccolo' si trova nella parte alta del borgo di Montepescali.
A pianta rettangolare con copertura a capanna, la chiesa ha struttura portante in muratura in pietra,con una facciata irregolare a seguito dei numerosi interventi di ristrutturazione e ampliamento realizzati nel corso dei secoli, sul lato destro prosegue con il campanile a sezione quadrata. Il piu'antico documento che attesti la sua esistenza risale al 1276 ma la prima costruzione della Chiesa si può far risalire probabilmente all XI secolo.
Una prima ristrutturazione viene effettuata gia' nel Trecento a seguito di un crollo, prima della realizzazione degli affreschi che si trovano sulle pareti interne (alcuni portano la data del 1389). Nell'800 la Chiesa è nuovamente in cattive condizioni e nel corso della prima meta' del 900 si susseguono diversi interventi di restauro. Nel 1940, a causa di un fulmine, si ha nuovamente il crollo del tetto a seguito del quale si pensa addirittura all'eventualita' di demolire la Chiesa.
Fortunatamente nel '55 il Parrocco Don Verbella porta alla luce gli affreschi trecenteschi di scuola senese delle pareti, questo porta alla decisione di procedere ad un nuovo restauro.
Finalmente del 1977, dopo quasi quarant'anni, la Chiesa è di nuovo agibile e viene riaperta ai Fedeli.
L'interno della Chiesa e' a navata unica, al di sopra dell'altare un pregevole Crocifisso ligneo, di nuovo a Montepescali dopo essere stato nel Duomo di Grosseto.
Lungo le pareti affreschi di scuola senese del Trecento. La parte piu' interessante, disposta alla sinistra dell'ingresso, raffigura l'Annunciazione, Lo Sposalizio della Vergine, la Nativita' di Gesu', la Presentazione al Tempio. L'opera pare attribuibile alla bottega di Bartolo di Fredi di Siena. <
L'opera piu' importante rimane la Pala d'Altare attribuita a Matteo di Giovanni, pittore di scuola senese del XV secolo, raffigurante la Madonna in trono col Bambino e i Santi Guglielmo, Sebastiano , Maria Maddalena e Lucia. E' situata lungo la parete sinistra della navata, ricollocata in San Niccolo' dopo essere stata piu' volte spostata nei periodi di degrado strutturale della Chiesa.
Si tratta di opera di indubbio interesse anche perchè ritrae San Guglielmo di Malavalle , importante figura legate alle tradizioni religiose e popolari della Maremma, fondatore dell'ordine eremitico dei Guglielmiti (Eremo di Malavalle nei pressi di Castiglione della Pescaia). Qui viene rappresentato con bastone e Rosario tra le mani e con un copricapo in ferro, sorta di corona penitenziale.
L'opera riporta in basso gli stemmi di Montepescali a prova del fatto che il Pittore fu incaricato di dipingere il quadro proprio per la comunita' di Montepescali.
Massa Marittima - il Duomo
Il Duomo di Massa Marittima, dedicato a San Cerbone, viene edificato tra la fine del XII e la prima metà del XIII secolo, sul luogo in cui insisteva una chiesa più antica. La facciata si sviluppa su tre ordini sovrapposti: l'ordine inferiore è animato da sette arcature cieche decorate da oculi e da losanghe.
Nell'ordine mediano cinque arcate cieche si dispongono a formare un finto loggiato: le sottili colonne centrali, situate davanti ad un rosone costruito successivamente, si appoggiano su sculture rappresentanti i Simboli degli Evangelisti.
Il timpano di facciata è anch'esso decorato da una loggia costituita da dieci arcate digradanti, sostenute da colonne poggianti su sculture antropomorfe e zoomorfe; le tre guglie così come la quadrifora ogivale posta dietro alla loggia sono frutto di un intervento posteriore. Nell'architrave del portale d'ingresso, scolpiti a rilievo, si conservano cinque Episodi della vita di San Cerbone.
I fianchi dell'edificio riprendono in parte la decorazione della facciata: divisi su due livelli corrispondenti alle pareti delle navate laterali (quello più basso) e della navata centrale (quello più alto) ripropongono rispettivamente le arcate cieche e una decorazione bicroma a filari di pietre bianche e verdi ritmata da archetti pensili e colonnine.
Il campanile quadrangolare è stato in buona parte ricostruito negli anni venti del XX secolo.
L'interno dell'edificio è suddiviso in tre navate sorrette da colonne con capitelli intagliati ornati da elementi vegetali o animali. Il rosone di facciata ospita una vetrata policroma datata alla metà del XIV secolo e raffigurante San Cerbone davanti al papa Vigilio.
Numerose opere d'arte sono conservate all'interno del Duomo di Massa Marittima. Tra queste, il fonte battesimale, situato all'inizio della navata destra, eseguito in un unico blocco di travertino nel 1267 da Giroldo da Como e decorato da rilievi con Storie del Battista.
Nel centro della vasca si eleva un tabernacolo marmoreo con piccole figure scolpite di Patriarchi e Profeti del 1447. Dietro all'altare maggiore del Duomo si conserva il monumento marmoreo dedicato al santo titolare della chiesa, l'Arca di San Cerbone.
La pregevole opera, firmata e datata 1324 dallo scultore senese Goro di Gregorio, è costituita da un'urna di marmo, decorata sui quattro lati da otto scene ad altorilievo raffiguranti la Leggenda di San Cerbone, e chiusa da un coperchio a quattro spioventi con medaglioni scolpiti.
Infine, la cappella dedicata alla Vergine (alla sinistra del presbiterio) ospita attualmente al suo interno l'opera di maggior pregio di tutto l'edificio, la frammentaria Maestà dipinta su tavola intorno al 1316 dal celebre pittore senese Duccio di Buoninsegna e dalla sua bottega, in origine destinata all'altare maggiore del Duomo, raffigurante sul recto la Madonna col Bambino (la cosiddetta Madonna delle Grazie) e sul verso le Storie della Passione di Cristo.
Massa Marittima - la Chiesa di Sant'Agostino
La chiesa di Sant'Agostino fu costruita a partire dal 1299 e presenta una vasta navata con archi acuti trasversali a sostegno della copertura lignea.
La semplice austerità della facciata, dove l'unica nota decorativa è data dalla strombatura del portale, contrasta con lo spazio dato alla decorazione nell'abside pentagonale, coronata da archetti pensili e aperta da grandi finestroni gotici.
Sulla sinistra si sviluppano il chiostro (1410) e il campanile (1527).
All'interno, un' Annunciazione dell'Empoli (1614), la Fuga in Egitto di Lorenzo Lippi, una Madonna con Bambino e santi e una Visitazione di Rutilio Manetti; nella cappella centrale del transetto un tabernacolo quattrocentesco in marmo, e in quella di destra una Natività e santi di Pietro degli Orioli (1480 circa).
Prata - La Chiesa di Santa Maria Assunta
La pieve di Santa Maria Assunta domina con la sua mole, e in particolare col campanile, l'intero paese dalla sua zona più alta. Se ne hanno notizie fino dall'XI secolo, ma sicuramente della chiesa attuale parla una visita pastorale del vescovo di Volterra, eseguita nel 1794.
Essa era sotto il patronato dello Spedale di Santa Maria della Scala di Siena e lo stemma di questa istituzione si scorge sul portale della facciata, che ha forma a capanna ed è interamente intonacata. L'interno è ad aula unica, con copertura a vista e con la zona presbiterale rialzata. Gli altari laterali, settecenteschi, in legno intagliato e intonaco a finto marmo, conservano una "Madonna del Rosario" di scuola senese seicentesca. La chiesa è stata oggetto, negli anni 1997-1999, di un restauro generale ad opera dell'Arch. Antonio Cappelli di Grosseto.
Monterotondo Marittimo - la Chiesa di San Lorenzo
La chiesa di San Lorenzo da alcuni paramenti rivelano la sua origine medievale, ma l'aspetto odierno fa presumere una ristrutturazione cinque-seicentesca.
La facciata a capanna è intonacata, ed è animata dal portale in pietra. L'interno è a navata unica, con corto transetto e la cappella della Misericordia sulla sinistra. La volta è a sesto ribassato, con lunette che si raccordano con lesene di ordine ionico.
Una tavola con la "Madonna col Bambino in trono e angeli" è opera di un maestro primocinquecentesco noto col nome convenzionale di Maestro di Monterotondo Marittimo o di Pomarance. Una tela della prima metà dell'Ottocento di autore ancora non identificato raffigura le "Esequie di una fanciulla alla presenza dei confratelli della Misericordia".
Montieri - la Chiesa dei Santi Paolo e Michele
La pieve dei Santi Paolo e Michele risalente al Trecento, ha la facciata intonacata scandita da quattro paraste che sorreggono la trabeazione.
Il campanile probabilemte era in origine una torre civica, modificata in seguito alla fondazione della chiesa.
Il portale, le finestre laterali e l'oculo centrale sono incorniciati in travertino.
L'altare dedicato al Beato Giacomo Papocchi conserva una tela settecentesca con il Beato in gloria e vari episodi della sua vita. All'interno dell'edicola, il Busto del Beato in argento (1670). Il corpo del Beato è posto invece in una grande urna intagliata collocata in alto sopra l'altare maggiore settecentesco.
Nel transetto, tre tele del secolo XVII: la Madonna del Carmine che offre gli scapolari a San Cerbone e a San Francesco; la Madonna del Rosario; l' Apparizione della Vergine al Beato Giacomo.
Vi è anche una tela con una Annunciazione, collocata sopra l'ingresso della cappella dell'Annunziata, attribuita all'ambito di Alessandro Casolani (Vincenzo Rustici?).
Il fonte battesimale è costituito da un capitello figurato duecentesco.
Da notare la settecentesca Via Crucis in maiolica.
Vi è anche un organo seicentesco, datato 1604, con orchestra e mostra lignee, dipinte e dorate. Montiri
Montieri - la Chiesa di San Giacomo Apostolo
La chiesa di San Giacomo Apostolo
sorse nel XIII secolo, ed è composta da un'ampia navata tardoromanica conclusa da una parete rettilinea nella quale è ricavata una piccola abside semicircolare.
La semplice volumetria dell'edificio è arricchita esternamente dalle tre monofore romaniche che si aprono nel muro terminale e, nella facciata, da un portale con arco a tutto sesto.
Internamente lo spazio, estremamente spoglio, è scandito da tre arcate trasversali aggiunte probabilmente nel Seicento. Le acuqasantiere sono state ricavate dai capitelli romanici dell'ex pieve di San Paolo.
Addossato alla chiesa, sul lato sinistro, è un piccolo ambiente, comunicante con l'edificio sacro per mezzo di un cunicolo, ove visse nella seconda metà del Duecento il beato Giacomo Papocchi.
Boccheggiano - La Chiesa di San Sebastiano
La chiesa di San Sebastiano risale al Trecento, e la tradizione vuole che essa fosse realizzata per volere dei Salimbeni.
La facciata a capanna conserva lo stemma dei Salimbeni, scolpito sul portale in travertino, e presenta anche una finestra dall'incorniciatura in pietra. All'interno, sulla destra, si trova un bassorilievo con la Lupa senese, e nella parete di fondo l'altare maggiore con la statua marmorea, pienamente barocca, di San Sebastiano, opera dello scultore fiorentino Bartolomeo Cennini, che mostra qui la sua ispirazione a modelli berniniani (1650). La statua fu commissionata dall'antiquario e numismatico locale Leonardo Agostini.
Un restauro recente ha interessato l'intero edificio.
Gerfalco - la Chiesa di Sant'Agostino
La chiesa di Sant'Agostino è un edificio sacro di costruzione a conci di pietra non intonacati, risale al XIV secolo, e conserva ancora le vestigia dell'antico convento dell'ordine mendicante degli Agostiniani.
L'interno, assolutamente spoglio, è a copertura a vista, sostenuta, com'è consueto in queste zone, da due arconi ogivali.